Incontri proibiti

One-shot/Harry Potter [rating rosso] + seguito

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    Questa storia appartiene al rating rosso e contiene scene esplicite di sesso.



    Nota dell'autore:
    ho avuto l'ispirazione per questa one-shot questa estate e l'ho terminata in più di un mese perché avevo deciso di affrontare per la prima volta il genere erotico. Spero di essere riuscita al meglio e che apprezziate non solo il linguaggio (a cui ho dedicato parecchia attenzione visto che non volevo risultasse volgare), ma anche la trama. Buona lettura!


    Incontri proibiti



    Vagava per i corridoi ormai da almeno mezz’ora. Non sapeva dove stava andando, né sapeva di preciso quale strada aveva percorso. Tutta colpa di Ron, pensava. Possibile che fosse così ottuso da non aver capito nulla? E quella Lavanda Brown, poi. Che cosa ci trovava in quell’oca giuliva?
    La rabbia e l’incredulità l’avevano portata senza accorgersene al secondo piano del castello, nei pressi del bagno di Mirtilla Malcontenta. Decise di entrare, sapendo che sicuramente sarebbe stato vuoto, ma si sbagliava. Ormai aveva già aperto la porta e messo un piede dentro, quando si accorse che il bagno non era vuoto affatto e che qualcuno era seduto per terra, con le spalle appoggiate a uno dei lavandini e una bottiglia piena a metà di Whisky Incendiario al suo fianco.
    « Perché tanta fretta, Granger? » la voce strascicata di Draco Malfoy la raggiunse mentre si stava voltando per uscire dal bagno. Si bloccò.
    « Non ho nessuna intenzione di farmi insultare da te stasera, Malfoy! » rispose gelida Hermione mentre dava un’occhiata intorno. Il ragazzo era solo, Mirtilla probabilmente era a farsi un giro negli scarichi di Hogwarts.
    « Ho visto quello zuccone di Weasley che si sbaciucchia tutto il tempo con quella Lavanda Brown » continuò Malfoy, « e tu ti tieni lontana… » aggiunse con un ghigno.
    « Sì, beh… » Hermione parve perdere un po’ il suo tono autoritario. « Non sono affari tuoi, Malfoy. Buonanotte! » cercò di ricomporsi e di nuovo fece per uscire dal bagno.
    « Aspetta! »
    Di nuovo Hermione si bloccò sulla porta. Sapeva che avrebbe pagato cara la sua esitazione, ma allo stesso tempo era incapace di allontanarsi da lì, e non si spiegava il perché.
    « Un po’ di Whisky Incendiario? » disse Malfoy mentre le porgeva la bottiglia da terra. « Aiuta a non pensare ».
    « Sentiamo, a cosa non vorresti pensare tu? A quello che direbbe tuo padre se vedesse che mi stai rivolgendo la parola? » chiese sarcastica Hermione.
    « Sono molto più complicato di così, Granger… » rispose il ragazzo con uno sguardo che non era né cattivo né canzonatorio. Hermione vi scorse ironia e (possibile?) tristezza.
    « Certo! » replicò Hermione seccamente, ma dopo aver indugiato qualche istante decise, in modo del tutto irrazionale, di avvicinarsi e di sedersi accanto a Draco, poi prese la bottiglia dalla sua mano ancora tesa e bevve una generosa sorsata di Whisky Incendiario. « E comunque non mi importa cosa fa Ron con Lavanda! » continuò dopo qualche secondo, poiché quella bevanda le aveva provocato una forte sensazione di bruciore alla gola. «Solo non sopporto che lo facciano in pubblico… Insomma, ci vuole un po’ di decoro in questa scuola! » balbettò quasi a mo’ di scusa.
    Draco Malfoy, però, rideva di gusto e Hermione, nonostante fosse imbarazzata, non poteva fare a meno di notare che in questa versione un po’ più allegra era molto più carino. Se possibile, divenne ancora più imbarazzata.
    « Stai mentendo, è chiaro! Anche se ci tieni a fare sempre la perfettina » disse Draco sghignazzando ancora.
    « Non è vero! » ribattè Hermione, indignata.
    « Sì, invece! Sei diventata paonazza » fece prontamente il ragazzo, con ancora quel sorriso sulle labbra e soddisfatto della reazione che aveva provocato in lei.
    Hermione non rispose e trangugiò un’altra buona dose di Whisky Incendiario. Ormai iniziava a sentire caldo. « Tu per quale motivo stai bevendo? » disse, infine.
    «Sai, Granger, la mia esistenza non è semplice, e non lo sarà mai. » fece Draco dopo un po’, con una punta d’amarezza. « Guarda Tiger e Goyle, a loro basta rimpinzarsi di dolci e sono felici. Io… Io credo di non essere mai stato felice un solo giorno della mia vita ». Il ragazzo parlava lentamente, pesando bene le parole, il tono di nuovo triste e malinconico.
    « Mi dispiace » gli rispose Hermione, forse per la prima volta nella sua vita sincera nei confronti di quel ragazzo da sempre tanto odiato.
    « Non ti devi dispiacere, in fondo me lo merito, dopotutto » sentenziò Draco, e il tono in cui lo disse fu tale che Hermione non sapeva più cosa rispondergli. Era strano parlare in quel modo con lui. Forse era l’effetto dell’alcol, forse il loro stato d’animo affine in quel momento, ma non si erano ancora insultati o lanciati alcuna maledizione, e la cosa non le dispiaceva affatto. Del tutto rincuorata da queste considerazioni e certamente più sciolta grazie al Whisky Incendiario, la ragazza decise di aprirsi di più…
    « Sai, hai ragione! » sbottò, « Non sopporto che stiano insieme e non mi abbia detto nulla, dopo tutti questi anni di amicizia! ».
    Draco la guardò esterrefatto, ma subito dopo riapparve il suo familiare ghigno di trionfo. Con un gesto deciso ma delicato si riprese la bottiglia dalla mano della ragazza e, poiché si era ormai svuotata, con un incantesimo la rabboccò. Stavolta, fu lui a prendere un’abbondante sorsata, poi parlò di nuovo:
    « Lo sai, la cosa bella è che domani molto probabilmente non ricorderemo più nulla di quello che ci stiamo dicendo adesso ».
    « Meno male, altrimenti andresti a spifferarlo a tutta la scuola! » fece Hermione in modo scherzoso.
    « La stessa cosa avresti fatto tu » ribatté pronto Draco, e stava di nuovo ridendo.
    I due continuavano a bere a turno dalla bottiglia, che veniva periodicamente riempita con la magia, e la temperatura inevitabilmente saliva sempre di più. Draco, dopo un tempo imprecisato che parve un’eternità ruppe il silenzio:
    « Cavolo, questo Whisky fa venire un gran caldo, eh? » e mentre parlava, si tolse il maglione grigio con i dettagli in verde e argento, poi si sbottonò il primo bottone della camicia. Hermione iniziava a sudare, e incoraggiata da quel gesto, dopo qualche minuto lo imitò, in silenzio, avendo cura, però, di rimanere ben abbottonata. Il ragazzo biondo, nel tentativo di riprendere la bottiglia di Whisky Incendiario, che nel frattempo era di nuovo in possesso della ragazza, le sfiorò la mano. A quel tocco, presero una piccola scossa elettrica che li fece girare l’uno verso l’altra, guardandosi negli occhi. Hermione non seppe dire quanto tempo rimasero così, seppe solo che non aveva mai guardato così profondamente quegli occhi grigi che sembravano di ghiaccio. Quegli occhi, che si stavano avvicinando sempre di più. Era completamente paralizzata, riusciva a vedere tutte le più piccole sfumature di grigio, stava per succedere e non riusciva a fare nulla per evitarlo…
    Ormai i loro nasi si toccavano e lei chiuse gli occhi proprio mentre sentiva il contatto di un paio di labbra morbide e calde sulle sue. Dapprima irrigidita per la paura che si trattasse solo di un diabolico scherzo, Hermione si lasciò andare piano piano a quel bacio così inaspettato con il ragazzo che odiava più di tutti. Sapeva di Whisky Incendiario e di lui, essenza nuova, completamente inesplorata. Era strano, eppure le piaceva, le piaceva da morire. Si fece, perciò, ben presto prendere da una folle passione e gli affondò le mani nei capelli morbidi, attirandolo di più a sé e approfondendo il bacio, poi fece passare una mano dietro al colletto della camicia cercando il contatto con la sua pelle nuda e sudata. Lui la stringeva cingendole con un braccio la vita e con l’altra mano la prese dietro l’orecchio, continuando senza sosta in quel bacio mozzafiato. Rassicurata dall’atteggiamento del Serpeverde, Hermione fece scorrere la mano dal collo del ragazzo al petto e cominciò a sbottonare gli ultimi bottoni della camicia rimasti chiusi, ma le mani le tremavano ed era piuttosto impacciata. Così Draco, sorridendo per la goffagine della ragazza, la aiutò, quasi strappandosi di dosso la camicia e lanciandola lontano, poi si diresse delicatamente a sollevare la camicia di Hermione e ad accarezzarle la schiena. La ragazza sentì come un fuoco nel punto in cui lui la toccava. Il suo cervello era totalmente in tilt, incapace di capire più nulla. L’unica cosa che capiva era che voleva continuare a mantenere il contatto fisico con il ragazzo e per questo non smetteva di scorrere le mani sui suoi muscoli tesi, mentre lui trafficava con i bottoni della sua camicia fino a che non riuscì ad aprirla e a sfilargliela con movimenti decisi.
    I due finalmente si staccarono, gli occhi di lui la fissavano scuri di desiderio: era tutta spettinata, le guance in fiamme e i seni piccoli e morbidi racchiusi da un grazioso reggiseno in pizzo bianco. Non poté fare a meno di pensare che era veramente bellissima, perciò le si avvicinò nuovamente e le iniziò a posare piccoli baci teneri sulla sua pelle scoperta, partendo proprio dai seni e risalendo lungo il collo fino ad arrivare alla bocca, dove riprese a baciarla questa volta dolcemente e lentamente. Hermione pensava che doveva essere morta e che quello era sicuramente il paradiso: la pelle si incendiava nei punti in cui Draco poggiava le labbra, bramava di sentire le sue mani sul suo corpo, ma quasi trasalì quando si accorse che il ragazzo era arrivato all’altezza del reggiseno e armeggiava con il gancetto per aprirlo. Tuttavia lo lasciò fare e lui, dopo qualche istante, finalmente riuscì a sfilarglielo via, liberando gli eleganti seni della ragazza, già turgidi e appuntiti.
    Draco si fermò improvvisamente e la ragazza si sentì in balìa di una serie di emozioni contrastanti: la preoccupazione che fosse successo qualcosa mentre lei si era distratta, la vergogna per la sua nudità, il terrore che Draco la stesse ingannando e, insieme, il disappunto perché ormai non voleva più fermarsi. Quindi disse, forse con voce troppo alta, fissando con occhi spalancati il ragazzo:
    « Che cosa c’è? » .
    Il Serpeverde si scostò leggermente da lei e abbassò lo sguardo sui seni di Hermione, nascondendo a stento un’espressione di avidità mista, stranamente, a imbarazzo.
    « Nulla » rispose, infine, il ragazzo biondo, « volevo solo guardarti ».
    Se possibile, la ragazza avvampò ancora di più e stavolta fu lei a lanciarsi contro quelle labbra soffici e umide, avvinghiandosi con le braccia alla schiena liscia e pallida di Draco, il quale, sorpreso piacevolmente dall’impeto, sorrise contro le labbra della Grifondoro e, maliziosamente, cominciò a torturarle con la mano un seno già indurito con movimenti ritmici e circolari. Hermione accelerò la respirazione, con il cuore che andava a mille, lasciandosi andare di tanto in tanto a piccoli gemiti di piacere, che non fecero altro che eccitare ulteriormente il ragazzo, che prese a sua volta ad accelerare i battiti quando sentì le mani calde della ragazza scendere verso il fondoschiena e infilarsi al di sotto dei pantaloni e dei boxer. Hermione sorrise tra sé percependo al tatto i glutei marmorei che si contraevano nello sforzo di restare stretto a lei e, nel fare questo, si accorse che qualcosa di duro spingeva contro i pantaloni della divisa tendendo la stoffa proprio sul davanti. Mille pensieri, confusi e disconnessi a causa dell’alcol, presero a frullarle per la testa in quel momento, poiché cominciava a capire che tutto quello era reale e che Draco non la stava prendendo in giro. Si ritrovò a pensare per un attimo a Ron, a cosa avrebbe detto se avesse saputo quello che stava facendo, ma l’immagine di lui intrecciato come un’anguilla a Lavanda la distolse con rabbia da questo pensiero. Voleva solo godersi quegli attimi di piacere, in quel bagno abbandonato, lontano da tutto e da tutti, senza preoccuparsi delle conseguenze. Voleva tenersi quel segreto ben stretto e portarlo con sé nella tomba, sempre se fosse riuscita, il mattino dopo, a ricordarselo. Fu così che raccolse tutto il coraggio e la convinzione necessari a prendere la decisione più assurda della sua vita: andare fino in fondo. La Grifondoro sfilò una mano tremante dal dietro dei pantaloni del ragazzo e la portò sul davanti, sfiorando la sua ormai evidente erezione da sopra il tessuto e provocandogli un forte sussulto. Ma Draco non la fermò, pertanto lei, ormai completamente disinibita, cominciò con movimenti più decisi e provocatori a sfregargli il duro rigonfiamento dei pantaloni, godendo del piacere che infondeva in lui. Il ragazzo, portato quasi al limite, le morse dolcemente le labbra e riuscì a liberarsi di lei in modo da potersi in tutta furia liberare delle scarpe e, in un solo gesto, dei pantaloni e dei boxer. Hermione non potè fare a meno di guardarlo e diventò di un colore molto vicino al bordeaux vedendo la sua enorme e prepotente erezione, tanto che distolse in fretta lo sguardo quando il ragazzo si girò verso di lei. Draco se ne accorse e, invece di schernirla, con movimenti sensuali e stando ben attento a strofinarsi contro la ragazza, prese a sfilarle lentamente prima la gonna della divisa, poi le scarpe e infine le sottili calze nere.
    Rabbrividì di piacere guardando la Grifondoro stesa lì davanti a sé con solo gli slip di pizzo bianco a coprirle la porzione più intima del corpo. La pelle chiara e delicata contrastava con il colore del suo viso in fiamme, ma era meravigliosa e non riusciva a credere che si fosse messo in quella situazione. Non che gli dispiacesse, anzi. Ma doveva riconoscere che tutti quegli anni passati a insultarla e disprezzarla gli sembravano adesso sprecati. In fondo, lui non la disprezzava, era colpa di suo padre se era cresciuto con certi pregiudizi, e lui lo sapeva. Era tutto così stupido: perché non poteva ammettere che si sentiva attratto da una Nata Babbana come la Granger? In quel momento era molto grato all’alcol poiché probabilmente non avrebbe ricordato più nulla il giorno dopo e questo gli diede la forza per spingersi oltre. Avvicinò la sua bocca a quella morbida e candida pelle che gli stava facendo perdere completamente la testa e iniziò a baciarla, partendo dai piedi fino all’inguine, al che Hermione allargò automaticamente le gambe snelle per permettergli di sistemarsi proprio nel mezzo e reclinò la testa all’indietro. Il ragazzo le accarezzò l’interno coscia e inserì il pollice al di sotto delle mutandine, sfiorò la sottile peluria pubica e lambì le grandi labbra, poi introdusse all’interno un paio di dita, stimolandole il clitoride e provocandole una scossa di puro godimento. Ormai eccitato all’estremo, finalmente e assaporando ogni istante, le sfilò anche quell’ultimo pezzo di stoffa che ancora la proteggeva. Hermione non avrebbe mai potuto credere nella sua vita di potersi ritrovare completamente nuda ed esposta di fronte al Serpeverde.
    Lo cercò con lo sguardo, la mente di entrambi era annebbiata dal piacere e dall’alcol, ma riuscirono in un attimo di lucidità a rendersi conto di quello che stava per succedere, così la ragazza recuperò la sua bacchetta abbandonata un po’ più in là e puntandola verso il ragazzo con un cenno di intesa mormorò un incantesimo anti-concepimento. Subito dopo sentì il corpo duro e massiccio insinuarsi dentro di lei mentre la bocca di Draco di nuovo cercava la sua. Cercò in tutti i modi di reprimere il dolore che provava e forse il ragazzo doveva essersene accorto perché all’inizio i suoi movimenti erano lenti e delicati e con le mani le accarezzava il viso, ma poco a poco Hermione si abituava a lui e aggrappandosi alle natiche gli fece capire che poteva andare più a fondo. Così il Serpeverde cominciò ad ondeggiare con il bacino aumentando sempre più il ritmo e cercando ogni volta di spingersi più in profondità. La ragazza non era mai sazia di quel contatto e teneva la schiena inarcata per ridurre al minimo le distanze, nel frattempo con le braccia cingeva il collo di Draco, che continuava a baciarla e a leccarla dove poteva. Hermione ormai era quasi al culmine del piacere e fu solo quando lui raggiunse un intenso e potente orgasmo, accompagnato da contrazioni in tutto il corpo, che anch’essa arrivò al culmine dell’eccitamento pronunciando il suo nome.
    Draco si lasciò andare e scivolò sdraiandosi di fianco alla Grifondoro, che appoggiò la testa sulla spalla e una mano sul ventre del ragazzo. Rimasero così in silenzio per un bel po’, incapaci di dire alcunché e temendo che qualsiasi cosa avessero detto o fatto avrebbe rovinato il momento. Volevano godersi quell’attimo, stupiti dall’enormità della cosa che avevano vissuto, legati indissolubilmente da quell’atto estremamente intimo che avevano condiviso.
    La bottiglia di Whisky Incendiario giaceva rovesciata accanto a loro. Draco la fece Evanescere con un colpo di bacchetta:
    « Meglio evitare che qualcuno scopra che sono stati introdotti alcolici a scuola di nascosto » disse con una risatina il ragazzo biondo, la voce bassa dopo quel silenzio prolungato.
    « Potrei toglierti dei punti per questo, lo sai che sono un Prefetto! » rispose scherzosamente la ragazza, rinfrancata dal tono del Serpeverde.
    « Anche io sono un Prefetto, Granger! » continuò divertito il ragazzo. « Vuoi che dica a tutti quanto hai bevuto stasera? ».
    « Non provarci, Malfoy! » lo ammonì lei, sempre in modo giocoso.
    « Da quand’è che hai ripreso a chiamarmi Malfoy? » disse il Serpeverde mentre con le dita giocava con una ciocca di capelli della ragazza « Mi sembra che hai soavemente pronunciato il mio bel nome proprio poco fa ». Hermione si zittì perché era il primo riferimento a quello che era successo poco prima e per la seconda volta quella sera, non sapeva cosa rispondergli, ma soprattutto, non sapeva cosa aspettarsi da lui. Draco parlò di nuovo dopo qualche istante:
    « E’ stato meraviglioso, Hermione ». La Grifondoro non disse nulla, ma si alzò su un gomito e lo baciò.
    Rimasero sdraiati nudi sul pavimento a coccolarsi ancora per un po’, poi si rivestirono e senza dirsi una parola tornarono ai loro rispettivi dormitori.
    Hermione sentiva un gran mal di testa dovuto alla sbornia, ma probabilmente anche all’intensità delle emozioni che aveva provato quella sera, così si addormentò immediatamente. Quando il mattino seguente rivide Draco alla lezione che i Grifondoro avevano in comune con i Serpeverde, non ricordava più niente, ma sentiva in cuor suo di odiarlo un po’ di meno.

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    L'idea originale non prevedeva un seguito per Incontri proibiti. Tuttavia, subito dopo averla scritta, ho pensato che sarebbe stato giusto dare un degno finale alla storia e ai personaggi. Difatti, Incontri proibiti finiva "in sospeso". Spero apprezziate, con questo credo che la mia esperienza con la Dramione si concluda definitivamente. Buona lettura!


    7 anni dopo



    Di nuovo in ritardo con la consegna. Stavolta gliene avrebbe dette quattro! Non chiedeva poi molto, solo un po’ di puntualità. Da quando lavorava per il Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica era diventata il capo di Draco Malfoy, a cui era stato dato un posto al Ministero della Magia, nonostante ciò che era successo nell’ultima guerra contro Voldemort. Ma lei era stata favorevole a dargli una seconda opportunità e ora ne pagava le conseguenze perché era la terza volta in quel mese che lui non consegnava in tempo la sua relazione settimanale.
    Si alzò di scatto dalla scrivania del suo piccolo, ma confortevole studio, per dirigersi in quello di Malfoy, in fondo al corridoio. Irritata com’era, nemmeno bussò alla porta, ma la spalancò energicamente:
    « Dimmi perché diavolo sei sempre in ritar… » si bloccò a metà frase, rendendosi conto che l’ufficio di Malfoy era vuoto.
    Ecco, nemmeno si presentava a lavoro, pensò Hermione, accorgendosi solo in quel momento che era la prima volta che entrava in quell’ufficio. Non avrebbe mai potuto dire che appartenesse a Draco Malfoy se non fosse stato per la targhetta appesa sulla porta. Oltre alla scrivania piazzata al centro della stanza, c’era uno scaffale con libri e fascicoli, una piccola teca in vetro con quelle che sembravano pozioni scintillanti e, sulle pareti, ritagli di giornali e appunti di lavoro. La stanza era piccola e piuttosto anonima, al di fuori di una cornice portafoto sulla scrivania. Curiosa, si avvicinò per guardarla meglio e vide che ritraeva Draco da piccolo con sua madre e suo padre davanti all’ingresso della loro villa, che lei conosceva fin troppo bene. Il ricordo di ciò che era avvenuto sei anni prima in quella casa le fece pizzicare la cicatrice sul braccio. Ma poi notò un altro particolare oggetto dietro alla scrivania: un Pensatoio. Non ne aveva mai visto o usato uno, però si ricordava di quello che Harry le aveva detto quando faceva lezioni private con Silente al sesto anno. Si guardò intorno e trovò quello che stava cercando. Non erano pozioni quelle che luccicavano nella teca di vetro, ma ricordi.
    Ormai era lì, si disse Hermione. Avrebbe aspettato Malfoy nel suo studio per potergli fare una bella ramanzina, perciò non si sentì in colpa nel dare una sbirciata a quelle piccole ampolle luminescenti. Dovevano essere circa una trentina, ognuna con la sua targhetta scritta con un’elegante calligrafia, ma si accorse subito che una di quelle ampolline brillava decisamente più delle altre. L’etichetta diceva solo: “Il giorno più bello della mia vita - H”. H? Cosa significava H? Spinta da un’irrefrenabile e inspiegabile curiosità, incurante del fatto che Draco Malfoy potesse arrivare da un momento all’altro, la prese per poterla guardare nel Pensatoio, col cuore che iniziava a martellare forte. Avrebbe dato solo un’occhiata e rimesso tutto a posto prima che qualcuno potesse accorgersene, non ci sarebbero voluti più di un paio di minuti. Rovesciò il contenuto dell’ampolla nel Pensatoio e vi si immerse con il viso.
    Fu risucchiata a Hogwarts, nel bagno di Mirtilla Malcontenta, dove un Malfoy più giovane e magro che mai sedeva per terra a bere una bottiglia di Whisky Incendiario. Dopo pochi secondi fu sorpresa di vedere se stessa studentessa che entrava e poi, confusa dalla visione che gli si presentava davanti, che si voltava per uscire con più rapidità possibile, mentre Malfoy diceva:
    « Perché tanta fretta, Granger? ».
    Sì, ricordava quella sera, erano al sesto anno a Hogwarts e lei era arrabbiata a causa di Ron e Lavanda e voleva stare da sola, perciò era finita in quel bagno. Ma appena aveva visto che c’era già Draco Malfoy se ne era andata via. Cosa era successo, quindi, dopo che lei era uscita? Sempre più incuriosita, Hermione decise di guardare ancora un po’ quel ricordo, dopotutto riguardava anche lei. I due di sette anni prima continuavano a punzecchiarsi, ma c’era qualcosa di strano nella successione degli eventi. Perché lei non andava via?
    Rimase incredula quando vide la sé di allora avvicinarsi a Malfoy e sedersi accanto a lui. Ma rimase ancora più incredula quando si vide trangugiare quella bottiglia di Whisky Incendiario mentre si parlavano.
    « Guarda Tiger e Goyle, a loro basta rimpinzarsi di dolci e sono felici. Io… Io credo di non essere mai stato felice un solo giorno della mia vita » diceva il Serpeverde in tono triste.
    Hermione non sapeva assolutamente cosa significasse tutto quello, perché non si ricordava nulla? Forse Malfoy gli aveva fatto un Incantesimo di Memoria, quell’idiota! Doveva essere così. Ma cosa era successo dopo? Perché quello era il giorno più bello della vita di Malfoy?
    Intanto i ragazzi del ricordo continuavano a bere e Malfoy rabboccava la bottiglia ogni volta che stava per svuotarsi. Vide che diventavano sempre più rossi e sudati, l’alcol stava facendo il suo effetto e infatti entrambi dopo poco si tolsero il maglione della divisa. Hermione sperava che il Malfoy del presente tardasse il più possibile perché non riusciva proprio a scollarsi da quel ricordo. Aveva uno strano presentimento… Ma cosa stavano facendo? Si sfioravano la mano, si guardavano negli occhi, si avvicinavano e… No, non era possibile! Si stavano baciando.
    Hermione rimase inchiodata dov’era, incapace di muoversi, mentre la sé del passato continuava a baciare con passione il Serpeverde, ed entrambi iniziavano a spogliarsi a vicenda. Si toccavano, gemevano ed erano sempre più nudi, lì sul freddo pavimento del bagno di Mirtilla Malcontenta. La Hermione del presente capiva dove stavano andando a parare, ma tutto ciò era incredibile, non si ricordava assolutamente nulla! Vide l’erezione di Draco e lei che la sfregava, vide il ragazzo togliersi gli ultimi vestiti e sistemarsi sopra di lei, la mano che gli andava dentro le mutandine, poi gliele sfilava e, infine, lo vide entrare dentro di lei, con movimenti dapprima più lenti e poi sempre più veloci. Fu in quel momento che un ricordo improvviso riaffiorò: la faccia di Draco sopra la sua, non sprezzante, ma appagata, e lei che pronunciava il suo nome.
    Rimase scioccata da quella rivelazione, tanto che si dimenticò di dove fosse in realtà in quell’istante e che doveva assolutamente fare ritorno al presente.
    Possibile che tutto quell’alcol le avesse fatto dimenticare una cosa del genere? E perché Draco non le aveva mai detto nulla, visto che a quanto pareva lui, invece, si ricordava tutto? Fece appena in tempo a sentire il Draco del passato dire: « E’ stato meraviglioso, Hermione », che un rumore proveniente dall’ufficio in cui si trovava la fece sussultare e si ritrovò di nuovo al Ministero della Magia, di fronte a un Draco Malfoy più adulto e decisamente più vestito.
    « Che diavolo stai facendo?» le urlò in un tono tra l’infuriato e il terrorizzato.
    « Direi che mi devi una spiegazione, Malfoy! » rispose Hermione sconvolta e infuriata a sua volta, agitando l’ampolla contenente il ricordo con una mano. « Che cosa significa questo? ».
    Il ragazzo capì immediatamente cosa aveva visto Hermione nel Pensatoio. Quello era stato il momento più assurdo eppure il più bello della sua vita, ma non l’aveva condiviso con nessuno, lo custodiva gelosamente da ben sette anni pensando che fosse al sicuro e invece…
    « Mi sono reso conto già il giorno dopo che tu non ti ricordavi più niente, Hermione. Evidentemente reggevo meglio l’alcol, ne bevevo tanto in quel periodo, così io, invece, ho ricordato tutto » iniziò Draco, la sua voce era diventata malinconica. « E ho mantenuto il segreto tutto questo tempo ».
    « Ma perché non mi hai detto nulla? » gli chiese ancora incredula dopo quella spiegazione.
    « Cosa avrei dovuto dirti, Hermione? Tu eri innamorata di Weasley e lo sei ancora! Io ero uno scapestrato con un destino orribile, senza prospettive e soprattutto ero un vigliacco! » sbottò lui con le lacrime agli occhi. Sembrava di nuovo il ragazzo fragile seduto per terra nel bagno di Hogwarts.
    « Draco… » disse Hermione accarezzandogli una guancia.
    « Avresti mai voluto stare con me, Hermione? Dimmi la verità, se te l’avessi detto, cosa sarebbe cambiato? Tu non mi ami, è stato un bene che non ti ricordassi niente, ci saremmo fatti solo del male ».
    Hermione non sapeva cosa dire, forse Draco aveva ragione, lei amava Ron e non si sarebbe mai messa con lui. Oppure sì, avrebbe scoperto che ci stava bene, che lo amava. Sarebbe cambiato tutto, lo avrebbe potuto proteggere da Voldemort e forse Silente non sarebbe morto…
    « Non lo so, Draco » disse infine la ragazza. « Nessuno può dire cosa sarebbe successo ».
    « Mi dispiace, Hermione. Ho avuto paura, come sempre », una lacrima cadde sul viso pallido e incavato del ragazzo.
    « Non fartene una colpa » disse dolcemente Hermione asciugandogli la lacrima. « Se io non avessi bevuto così tanto quella sera, mi sarei ricordata quello che è successo ».
    « Se non avessi bevuto così tanto, non avresti mai fatto l’amore con me » rispose prontamente Draco, e un sorriso increspò le sue labbra. Hermione era sollevata dal suo tono diventato un po’ più leggero, così gli sorrise anche lei.
    « Non ne sarei così sicuro, se fossi in te. A quanto ho visto non è stato poi così male » disse Hermione ridendo. Anche Draco rise ed entrambi si avvicinarono un po’ di più guardandosi negli occhi. Draco la baciò piano, dolcemente, appoggiandogli le labbra bagnate dalle lacrime sulle sue, morbide e calde, e prendendole la testa tra le mani, mentre lei gli cinse la vita con le braccia. In quel momento le tornò alla mente quella sensazione, quel sapore provato sette anni prima e seppe che era tutto vero, che il ragazzo non stava mentendo e che, sì, aveva fatto l’amore con Draco Malfoy. Dopo minuti, che parvero secoli, finalmente si staccarono, entrambi alquanto attoniti per quel nuovo bacio.
    « Questo credo che me lo ricorderò! » disse Hermione rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
    « Già… » sussurrò sorridendo Draco. « Scusami, non avrei dovuto baciarti ».
    « Sta’ zitto, Malfoy! Avrei potuto rifiutarti, se avessi voluto » fece di rimando la ragazza. « Solo che… Il fatto è… Beh, lo sai… Io sto con Ron… », disse sentendosi un po’ a disagio.
    « Non preoccuparti, non sentirti in colpa », la interruppe. « Sai, Hermione, quello è stato davvero il giorno più bello della mia vita. Ed è capitato proprio nel momento peggiore della mia vita, ma il ricordo mi ha fatto andare avanti perché pensavo che prima o poi te lo avrei restituito e che avremmo potuto essere felici. Ma le cose sono andate diversamente per entrambi. Tu hai Weasley e io lo so che vi amate. Tu te lo meriti. Mentre io ora sto con Astoria, è una brava persona, mi rende migliore e io sono felice con lei, davvero ».
    « Quindi, quello era solo un bacio… d’addio? » chiese Hermione, tranquillizzandosi.
    « Sì, solo un bacio d’addio » rispose Draco, imperturbabile. « Nessuno verrà a sapere mai nulla, puoi stare tranquilla ».
    « Grazie, Draco » disse la ragazza prendendogli la mano e stringendola con forza. « Sono contenta che ora tu stia bene. Tutti meritano una seconda possibilità, anche tu ». Draco Malfoy sorrise ancora una volta, ma finalmente era sereno. Per un semplice gioco del fato aveva restituito il ricordo, che tanto lo aveva ossessionato, a Hermione. Aveva chiarito tutto e, per una volta nella vita, sentiva di aver fatto la cosa giusta, lasciandola andare definitivamente. Forse lui in fondo ancora la amava, ma non le avrebbe rovinato la vita, non più. Lei era destinata a stare con Weasley, sarebbero stati felici per sempre. Lui non aveva avuto il coraggio di farsi avanti quando poteva e l’aveva persa. Ma poi aveva incontrato Astoria e Hermione aveva ragione, gli era stata data una seconda opportunità. Amava veramente Astoria ed era pronto a stravolgere la sua vita per lei, perché alla fine, sì, era davvero cambiato.
    Hermione lasciò la presa e, un po’ in imbarazzo per quanto era accaduto, fece per voltarsi e uscire dall’ufficio, poi si ricordò:
    « Ah, Draco, ho veramente bisogno di quella relazione. Per favore, non costringermi a fare rapporto ».
    « Agli ordini, Capo! » la prese in giro il ragazzo mettendosi sull’attenti.
    « Sempre il solito Malfoy… » disse Hermione scuotendo la testa, ma rideva divertita. Era sulla porta quando Draco Malfoy parlò nuovamente:
    « Hermione », la ragazza si girò. « Ti chiedo scusa. Per tutto » e con lo sguardo indugiò sul suo braccio. Lei capì cosa stava cercando di dirgli e lo apprezzò.
    « Non pensarci più, Draco. E’ tutto a posto » disse infine e uscì richiudendosi la porta alle spalle.
    Sì, finalmente era tutto a posto. Da quel giorno sarebbe stato un uomo migliore, lo avrebbe fatto per Hermione, per Astoria, ma soprattutto per se stesso.
    Sorridendo tra sé, si mise seduto alla sua scrivania e intinse la penna nell’inchiostro. Poi prese un foglio di carta pulito e cominciò a scrivere la sua relazione settimanale.

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